
Tutto questo già sarebbe un forte sostegno alla salute della comunità e dei singoli, specie di chi non ha la possibilità di farsi regalare una mascherina griffata. Nessun dispendio di risorse dunque. A quelle ci pensa già Bertolaso. E se c’è un centesimo in più questo deve servire per avere in più un medico, un infermiere, un oss, un addetto alle pulizie, un posto letto, un’ambulanza con volontario annesso, etc. etc. Chi ha lottato in questi mesi, e non sono stati solo i sanitari, ma tutti i lavoratori e tutta la collettività, ha bisogno di un collega di lavoro in più, di una paga migliore, di un giorno di ferie in più, servizi, strumenti, strutture. Fatti concreti come premio. Le medaglie servono a poco.
Oggi non è il tempo degli sprechi, anche se solo di un euro simbolico per il costo dell’ennesimo, e inutile, murales. Se quanto argomentato, secondo logica e spirito di solidarietà, non convince, allora è giusto ricordare che i monumenti in genere si fanno alla fine delle guerre, non durante. La guerra contro il Covid, ma ancor più contro la destrutturazione del welfare italiano, è di là dall’essere vinta. E poi, in Italia, in genere chi propone di fare monumenti sono sempre coloro che le guerre le perdono e le fanno fare (e subire) agli altri. E poi, proporre un monumento proprio ora, scaramanticamente parlando, rischia di portare sfortuna.
25 maggio 2020.
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