“Quel bambino ha carne, cervello, emozioni come i nostri figli. Ha diritto a vivere, e basta. Strappare alla morte milioni di nostri contemporanei.
È la grande sfida sociale e politica dell’umanità del Duemila.È una grande missione che riempie cervello e sentimento.
L’Africa è una prova dura. Arriva dritta all’altezza del cuore”. Uomini, donne ma soprattutto bambini martoriati dalla guerra e dalle malattie. Occhi desiderosi di vivere nonostante gli stenti. Poche pagine per capire perché Walter Veltroni intitola questo libro “Forse Dio è malato”: perché quando l’uomo combatte contro sé stesso non puoi fare a meno di pensarlo.
Indignato e sgomento, ma anche freddo nel riconoscere le responsabilità dell’occidente, Veltroni propone precise proposte di intervento come l’abolizione del debito dei paesi poveri, e l’eliminazione delle misure di embargo che penalizzano solo i più deboli.
“Quando in Guinea mi hanno detto che ospitano, senza alcun aiuto internazionale, più di ottocentomila rifugiati della Liberia e della sierra Leone, mi sono venute in mente le nostre sdegnate interrogazioni parlamentari sui gommoni sfuggiti, con dieci albanesi a bordo, alla Guardia di Finanza”.
Da essere sdegnati c’è molto di più: solo conoscendo l’Africa e le sue difficoltà si può capire quanto relative siano le nostre discussioni.
Eleonora Dottori